GIANNI PESCE
BIOGRAFIA
Gianni Pesce nasce a Roma il 3 Novembre 1939 dal padre Adolfo, funzionario delle Ferrovie dello Stato, e la madre Teresa Petruzzi, casalinga.
Primo di due figli maschi (il fratello minore, Mauro, diventera' un medico cardiologo) inizia da ragazzino a giocare a baseball ed all'eta' di 14 anni debutta in serie A nella SS LAZIO, con la quale diventa Campione d'Italia nel 1955.
Un altro scudetto lo vince con la AS ROMA nel 1959, per poi passare nella squadra del Nettuno (cittadina del litorale laziale) la Juventus del baseball italiano.
A 17 anni entra a far parte della rappresentativa Nazionale, con la quale gioca due campionati europei (1957-58) piu' altre partite minori.
Parallelamente all'attivita' sportiva frequenta il liceo classico Augusto di Roma, e dopo aver conseguito la maturita' si iscrive alla facolta' di Giurisprudenza presso l'Universita' della capitale LA SAPIENZA.
In realta' il suo sogno sarebbe stata la professione di architetto, ma la prevista lunghezza del corso accademico, nonche' l'incertezza circa gli sbocchi professionali lo portano ad abbandonare l'idea, in un'epoca in cui la possibilita' di essere mantenuti agli studi per un tempo prolungato e' appannaggio di pochi fortunati.
Durante il periodo universitario svolge parecchi lavori (venditore di macchine da scrivere e juke-box, accompagnatore di turisti...) fin quando, a pochi esami dalla laurea, decide di partire per il servizio militare che svolge in qualita' di ufficiale di complemento dell'Esercito.
Di quel periodo ricorda l'estrema durezza: si trattava infatti di un corso sperimentale in seguito soppresso perche' costava troppo in termini di vite umane! (le esercitazioni, per fare un esempio, si svolgevano con proiettili e bombe vere...) ma anche il profondo valore di un'esperienza che gli servira' molto nella vita e sul lavoro.
Coltiva inoltre un'altra grande passione, quella per le barche a vela, che lo portera' a diventare uno dei soci fondatori del circolo velico di Nettuno.
Dopo aver dato gli ultimi esami durante il periodo della leva, consegue la laurea ed iniza a lavorare in banca nonche' a svolgere la pratica in uno studio da avvocato, ma sono entrambe attivita' che mal si conciliano con la sua natura; decide quindi di partecipare a vari concorsi pubblici, vincendoli tutti: sceglie di intraprendere la carriera da funzionario di Polizia, nonostante la retribuzione sia inferiore a quella da dipendente bancario.
In questo periodo si sposa con Giovanna, una graziosa ragazza conosciuta all'Universita'.
Dopo il corso a Roma viene nominato vice commissario di Pubblica Sicurezza ed assegnato alla Questura di Siena, dove entra a far parte della Squadra Mobile, arrivando poi a dirigerla; successivamente viene trasferito a Frosinone, in seguito alla sua richiesta di avvicinarsi alla capitale, ma la cittadina è troppo tranquilla per chi voglia fare esperienza in Polizia; decide quindi di inoltrare richiesta per la Sardegna, all'epoca al centro delle cronache nazionali per via della questione del banditismo (Graziano Mesina, l'anonima sequestri etc...).
In un periodo storico in cui la seconda isola d'Italia è una meta punitiva non sorgono grossi problemi per l'accoglienza della sua domanda...
Si trasferisce a Cagliari seguito dalla giovane moglie, entrata anch'essa nella Pubblica Amministrazione dopo la laurea, e dalla figlia Anna, nata l'anno precedente (la quale invece prendera' proprio la laurea in architettura!..).
I primi tempi sono difficili per via del contatto con la mentalita' locale, molto diversa da quella capitolina; col tempo pero' i coniugi Pesce impareranno a conoscerla ed apprezzarla, fino alla decisione di non lasciare piu' la Sardegna.
Dopo un breve periodo alla Squadra Moblle cagliaritana entra in contrasto con i superiori, per via di un differente modo di intendere il lavoro, che a suo modo di vedere dovrebbe essere basato, come lui stesso dice, sul perseguire il giusto anziche' l'opportuno...
Viene quindi allontanato dalla Questura e mandato a dirigere l'unico commissariato cittadino, quello di Sant'Avendrace, zona calda della citta'.
Li' trova un manipolo di "sbandati" di vario genere che pare non abbiano piu' nulla di buono da dare al lavoro, ma col tempo e l'impegno riesce a costruire un ufficio investigativo che otterra' notevoli risultati, soprattutto nel campo della lotta al narcotraffico, allargando la propria attivita' non solo nella penisola ma anche all'estero: nel libro "THAI CONNECTION", per esempio, viene descritta un'operazione antidroga sotto copertura portata a termine dall'autore in Thailandia.
Nel frattempo nasce a Roma la secondogenita Laura, futuro ingegnere, seguita l'anno dopo da Carlo, che vedra' la luce a Cagliari ed entrera' anch'esso a far parte dela grande famglia della Polizia di Stato.
Sono iniziati da poco gli anni "caldi", che vedranno il commissario Pesce quasi sempre alla testa dei reparti celeri impegnati nei frequentissimi e drammatici scontri di piazza, durante i quali verra' ferito per quattro volte, di cui una in maniera grave.
Per causa di questo suo ruolo diviene ben presto inviso agli ambienti extraparlamentari e sovversivi, attivissimi negli anni '70, che arriveranno a considerarlo un obiettivo da colpire, intento concretizzatosi nel posizionamento di una bomba che esplodera' dilaniando il portone del Commissariato e procurando un grave shock all'agente di guardia, che non si riprendera' piu'.
Viene trovato anche un "dossier" su di lui a Milano, in seguito all'irruzione della Polizia in un covo di una feroce organizzazione brigatista denominata PRIMA LINEA.
Anni dopo la situazione familiare mutera', e nascera' da un'altra relazione Benedetta, oggi studentessa unversitaria.
Una costante nella professione sara' quella dello scontro con i poteri forti, particolarmente impegnati nel tentativo di fermare l'azione di chi non guarda in faccia a nessuno.
Dopo vent'anni passati a Sant'Avendrace (troppo pericoloso affidargli un ufficio con piu' mezzi!..) Gianni Pesce viene trasferito a dirigere il Commissariato di Polizia di Alghero, in seguito, parole dell'allora Capo della Polizia, ad incompatibilita' ambientale: l'ormai Vice Questore Pesce ha infatti inquisito e fatto condannare il Procuratore della Repubblica di Cagliari (il quale beneficera' di una provvidenziale amnistia...) per aver esercitato pressioni (con minacce) nel tentativo di salvare un suo conoscente implicato in una truffa...
Ad Alghero comunque continua l'attivita' investigativa con notevoli risultati sul fronte della lotta al traffico degli stupefacenti, ma anche qui iniziano gli "incidenti diplomatici": in seguito a due inchieste per fatti di corruzione che hanno portato l'allora sindaco della citta' catalana ed il suo successore (entrambi legati alla DC ed alla massoneria, all'epoca potentissime in quei luoghi) sotto processo, con conseguente condanna, arrivano al Commissariato tre ispezioni ministeriali, effettuate sulla base di motivazioni totalmente inventate, le quali infatti non portano a nulla; a questo punto viene ventilata l'ipotesi di un ulteriore trasferimento del dottor Pesce, forse in alt'Italia, forse in Calabria...
Gianni Pesce decide quindi di mollare tutto, ad un passo dal raggiungimento del vertice della carriera (la promozione al grado di Questore, che peraltro non gli interessava): all'eta' di 54 anni va in pensione ed inizia a girare il mondo con la sua barca a vela, il Solazur.
Naviga per sei anni fuori dall'Italia; una volta rientrato inizia ad appuntare i suoi ricordi di vita professionale: ne sono nati per il momento cinque libri, scritti sotto forma di romanzo e con il parziale uso di pseudonimi, ma basati tutti su fatti realmente accaduti.
L'attività letteraria lo ha portato a tenere varie conferenze nelle scuole sui temi della legalità e del problema mafia.
I libri tutt'oggi non hanno trovato nessun editore disposto a pubblicarli (forse sono scomodi?...) e l'autore li fa stampare a proprie spese.
Altre passioni dello scrittore sono i viaggi in motocicletta, l'oreficeria e la scultura: ha realizzato vari gioielli in oro ed allestito alcune mostre.
Gianni Pesce ha due splendidi nipotini: Isabella, di 4 anni, e Giovanni di 2, figli della primogenita Anna, che vivono a Roma.
Lui è rimasto a vivere ad Alghero, in una casa di campagna venuta su piano piano; oggi, parallelamente all'attvita' letteraria, medita di riprendere a girare il mondo, stavolta con il suo camper...
(redatto SET.2013)
Primo di due figli maschi (il fratello minore, Mauro, diventera' un medico cardiologo) inizia da ragazzino a giocare a baseball ed all'eta' di 14 anni debutta in serie A nella SS LAZIO, con la quale diventa Campione d'Italia nel 1955.
Un altro scudetto lo vince con la AS ROMA nel 1959, per poi passare nella squadra del Nettuno (cittadina del litorale laziale) la Juventus del baseball italiano.
A 17 anni entra a far parte della rappresentativa Nazionale, con la quale gioca due campionati europei (1957-58) piu' altre partite minori.
Parallelamente all'attivita' sportiva frequenta il liceo classico Augusto di Roma, e dopo aver conseguito la maturita' si iscrive alla facolta' di Giurisprudenza presso l'Universita' della capitale LA SAPIENZA.
In realta' il suo sogno sarebbe stata la professione di architetto, ma la prevista lunghezza del corso accademico, nonche' l'incertezza circa gli sbocchi professionali lo portano ad abbandonare l'idea, in un'epoca in cui la possibilita' di essere mantenuti agli studi per un tempo prolungato e' appannaggio di pochi fortunati.
Durante il periodo universitario svolge parecchi lavori (venditore di macchine da scrivere e juke-box, accompagnatore di turisti...) fin quando, a pochi esami dalla laurea, decide di partire per il servizio militare che svolge in qualita' di ufficiale di complemento dell'Esercito.
Di quel periodo ricorda l'estrema durezza: si trattava infatti di un corso sperimentale in seguito soppresso perche' costava troppo in termini di vite umane! (le esercitazioni, per fare un esempio, si svolgevano con proiettili e bombe vere...) ma anche il profondo valore di un'esperienza che gli servira' molto nella vita e sul lavoro.
Coltiva inoltre un'altra grande passione, quella per le barche a vela, che lo portera' a diventare uno dei soci fondatori del circolo velico di Nettuno.
Dopo aver dato gli ultimi esami durante il periodo della leva, consegue la laurea ed iniza a lavorare in banca nonche' a svolgere la pratica in uno studio da avvocato, ma sono entrambe attivita' che mal si conciliano con la sua natura; decide quindi di partecipare a vari concorsi pubblici, vincendoli tutti: sceglie di intraprendere la carriera da funzionario di Polizia, nonostante la retribuzione sia inferiore a quella da dipendente bancario.
In questo periodo si sposa con Giovanna, una graziosa ragazza conosciuta all'Universita'.
Dopo il corso a Roma viene nominato vice commissario di Pubblica Sicurezza ed assegnato alla Questura di Siena, dove entra a far parte della Squadra Mobile, arrivando poi a dirigerla; successivamente viene trasferito a Frosinone, in seguito alla sua richiesta di avvicinarsi alla capitale, ma la cittadina è troppo tranquilla per chi voglia fare esperienza in Polizia; decide quindi di inoltrare richiesta per la Sardegna, all'epoca al centro delle cronache nazionali per via della questione del banditismo (Graziano Mesina, l'anonima sequestri etc...).
In un periodo storico in cui la seconda isola d'Italia è una meta punitiva non sorgono grossi problemi per l'accoglienza della sua domanda...
Si trasferisce a Cagliari seguito dalla giovane moglie, entrata anch'essa nella Pubblica Amministrazione dopo la laurea, e dalla figlia Anna, nata l'anno precedente (la quale invece prendera' proprio la laurea in architettura!..).
I primi tempi sono difficili per via del contatto con la mentalita' locale, molto diversa da quella capitolina; col tempo pero' i coniugi Pesce impareranno a conoscerla ed apprezzarla, fino alla decisione di non lasciare piu' la Sardegna.
Dopo un breve periodo alla Squadra Moblle cagliaritana entra in contrasto con i superiori, per via di un differente modo di intendere il lavoro, che a suo modo di vedere dovrebbe essere basato, come lui stesso dice, sul perseguire il giusto anziche' l'opportuno...
Viene quindi allontanato dalla Questura e mandato a dirigere l'unico commissariato cittadino, quello di Sant'Avendrace, zona calda della citta'.
Li' trova un manipolo di "sbandati" di vario genere che pare non abbiano piu' nulla di buono da dare al lavoro, ma col tempo e l'impegno riesce a costruire un ufficio investigativo che otterra' notevoli risultati, soprattutto nel campo della lotta al narcotraffico, allargando la propria attivita' non solo nella penisola ma anche all'estero: nel libro "THAI CONNECTION", per esempio, viene descritta un'operazione antidroga sotto copertura portata a termine dall'autore in Thailandia.
Nel frattempo nasce a Roma la secondogenita Laura, futuro ingegnere, seguita l'anno dopo da Carlo, che vedra' la luce a Cagliari ed entrera' anch'esso a far parte dela grande famglia della Polizia di Stato.
Sono iniziati da poco gli anni "caldi", che vedranno il commissario Pesce quasi sempre alla testa dei reparti celeri impegnati nei frequentissimi e drammatici scontri di piazza, durante i quali verra' ferito per quattro volte, di cui una in maniera grave.
Per causa di questo suo ruolo diviene ben presto inviso agli ambienti extraparlamentari e sovversivi, attivissimi negli anni '70, che arriveranno a considerarlo un obiettivo da colpire, intento concretizzatosi nel posizionamento di una bomba che esplodera' dilaniando il portone del Commissariato e procurando un grave shock all'agente di guardia, che non si riprendera' piu'.
Viene trovato anche un "dossier" su di lui a Milano, in seguito all'irruzione della Polizia in un covo di una feroce organizzazione brigatista denominata PRIMA LINEA.
Anni dopo la situazione familiare mutera', e nascera' da un'altra relazione Benedetta, oggi studentessa unversitaria.
Una costante nella professione sara' quella dello scontro con i poteri forti, particolarmente impegnati nel tentativo di fermare l'azione di chi non guarda in faccia a nessuno.
Dopo vent'anni passati a Sant'Avendrace (troppo pericoloso affidargli un ufficio con piu' mezzi!..) Gianni Pesce viene trasferito a dirigere il Commissariato di Polizia di Alghero, in seguito, parole dell'allora Capo della Polizia, ad incompatibilita' ambientale: l'ormai Vice Questore Pesce ha infatti inquisito e fatto condannare il Procuratore della Repubblica di Cagliari (il quale beneficera' di una provvidenziale amnistia...) per aver esercitato pressioni (con minacce) nel tentativo di salvare un suo conoscente implicato in una truffa...
Ad Alghero comunque continua l'attivita' investigativa con notevoli risultati sul fronte della lotta al traffico degli stupefacenti, ma anche qui iniziano gli "incidenti diplomatici": in seguito a due inchieste per fatti di corruzione che hanno portato l'allora sindaco della citta' catalana ed il suo successore (entrambi legati alla DC ed alla massoneria, all'epoca potentissime in quei luoghi) sotto processo, con conseguente condanna, arrivano al Commissariato tre ispezioni ministeriali, effettuate sulla base di motivazioni totalmente inventate, le quali infatti non portano a nulla; a questo punto viene ventilata l'ipotesi di un ulteriore trasferimento del dottor Pesce, forse in alt'Italia, forse in Calabria...
Gianni Pesce decide quindi di mollare tutto, ad un passo dal raggiungimento del vertice della carriera (la promozione al grado di Questore, che peraltro non gli interessava): all'eta' di 54 anni va in pensione ed inizia a girare il mondo con la sua barca a vela, il Solazur.
Naviga per sei anni fuori dall'Italia; una volta rientrato inizia ad appuntare i suoi ricordi di vita professionale: ne sono nati per il momento cinque libri, scritti sotto forma di romanzo e con il parziale uso di pseudonimi, ma basati tutti su fatti realmente accaduti.
L'attività letteraria lo ha portato a tenere varie conferenze nelle scuole sui temi della legalità e del problema mafia.
I libri tutt'oggi non hanno trovato nessun editore disposto a pubblicarli (forse sono scomodi?...) e l'autore li fa stampare a proprie spese.
Altre passioni dello scrittore sono i viaggi in motocicletta, l'oreficeria e la scultura: ha realizzato vari gioielli in oro ed allestito alcune mostre.
Gianni Pesce ha due splendidi nipotini: Isabella, di 4 anni, e Giovanni di 2, figli della primogenita Anna, che vivono a Roma.
Lui è rimasto a vivere ad Alghero, in una casa di campagna venuta su piano piano; oggi, parallelamente all'attvita' letteraria, medita di riprendere a girare il mondo, stavolta con il suo camper...
(redatto SET.2013)